Ue, Berlusconi? Preoccupa chi nutre odio

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    Ue, Berlusconi? Preoccupa chi nutre odio



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    Bruxelles - Nelle politiche europee, nei parlamenti europei e persino in alcuni governi ci sono partiti e voci che nutrono questo tipo di odio. E' preoccupante. Per questo è necessario che tutti i leader politici prendano posizione contro". Così la Commissaria Ue Cecilia Malmstrom, risponde una domanda sulle parole di Berlusconi sul fascismo.

    GINEVRA - Documenti inediti resi noti dalla televisione svizzera attestano che nel 1942 la Svizzera aveva informazioni sulle uccisioni di ebrei da parte dei nazisti. Malgrado queste informazioni, nell'agosto 1942 la Svizzera chiuse le frontiere a chi era profugo "solo per motivi razziali". La televisione svizzero tedesca Srf ha presentato documenti redatti da diplomatici svizzeri durante la seconda guerra mondiale e indirizzati al governo. Si tratta di centinaia di lettere, telegrammi, rapporti e fotografie, documenti sulle informazioni che cominciavano ad arrivare dai consolati e testimonianze dei rifugiati, ha spiegato il direttore dei Documenti diplomatici svizzeri Sascha Zala. Nonostante i rapporti stilati dai diplomatici, nell'agosto 1942 il governo di Berna decise di chiudere le frontiere agli ebrei in fuga. Negli anni 1999-2001 un'apposita commissione di esperti (Commissione Bergier) incaricata dal parlamento elvetico di fare luce sul ruolo della Svizzera durante la seconda guerra mondiale, aveva già concluso che nell'estate 1942 il governo elvetico sapeva che "sui profughi respinti gravava la minaccia della deportazione nell'Europa orientale e quindi della morte".

    TORINO, SVASTICA NERA SU LAPIDE PARTIGIANI Una svastica, di vernice nera, è stata realizzata a Torino su una lapide dedicata a quattro partigiani. Accanto, con la stessa vernice, alcuni insulti. L'oltraggio risalirebbe a ieri pomeriggio, nel Giorno della Memoria. Sul caso indaga la Digos. La lapide è quella tra via Ala di Stura e via Reiss Romoli, nel parco Rubbertex. Ricorda i nomi dei partigiani uccisi nelle stragi del maggio 1944 e dell'aprile 1945.

    "Quella di Berlusconi, se è stata una battuta infelice, è stata davvero infelice" per il luogo l'occasione in cui è avvenuta. Così Mario Monti, a Omnibus, torna sulle parole di Silvio Berlusconi su Mussolini.

    BERLUSCONI DIFENDE MUSSOLINI,PARTE POLEMICA E RETTIFICA
    di Paolo Cucchiarelli
    Silvio Berlusconi parla bene di Benito Mussolini (tranne le indifendibili leggi in difesa della razza) e, immediata, si scatena la tempesta politica attraverso una raffica di condanne e dichiarazioni, non esclusa quella indignata della Comunità ebraica italiana. Tanto che in serata arriva la precisazione del Cavaliere: nessun dubbio che "il fascismo fu una dittatura". Una rettifica che aiuta ma non basta visto che la polemica su Mussolini che non era come Hitler e sulle cose buone fatte dal fascismo, ha condizionato per intero la giornata. A far levare ancor più l'indignazione storico-politica è che questa volta Berlusconi ha scelto una giornata simbolo in una occasione altrettanto simbolica: il giorno della memoria e l'inaugurazione a Milano del Museo della Shoah. Per di più il suo arrivo, non previsto, ha movimentato ulteriormente una occasione solenne e importante a cui presenziava il Presidente del Consiglio Mario Monti. Ed ecco la frase che ha innescato la polemica: per tanti versi Mussolini aveva fatto bene ma "il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa". L'Italia "non ha le stesse responsabilità della Germania" ma "ci fu una connivenza che all'inizio non fu completamente consapevole". La più chiara risposta alla interpretazione data da Berlusconi alla vicenda delle persecuzioni contro gli ebrei viene dal Presidente della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna che le definisce "non solo superficiali e inopportune, ma, là dove lasciano intendere che l'Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, destituite di senso morale e di fondamento storico". "Le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane, come è noto, hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l'Italia alla catastrofe". A metter in fila i mille attacchi politici arrivati a Berlusconi per quelle parole sembra che il Cavaliere abbia più che altro applicato, in campo informativo, il detto mussoliniano "molti nemici,molto onore". Se Pierferdinando Casini le bolla come "sciocchezze", per Vendola il Cav è "un falsario che dovrebbe solo tacere visto che l'Italia non può dedicare loro una giornata di commemorazione". Per altri è il "Duce reincarnato" che usa Mussolini solo come "esca per elettori nostalgici". Per Diliberto (Pdci) quelle parole sono la "prova della sua contiguità con l'estrema destra" mentre per Antonio Ingroia "il Cav è la vergogna d'Italia visto quale è il suo modello politico". Per Paola Concia quelle battute sono "un pugno in faccia", affermazioni "inaudite" per Anna Finocchiaro: "inaccettabili per tutti gli italiani che amano la democrazia". "Parole indegne"(Massimo Donadi), è "disgustoso",per la Serracchiani(Pd). Di Pietro definisce Berlusconi la "caricatura di Mussolini". La giornata inanella altre decine di reprimenda con l'eccezione di Adriana Poli Bortone che dice che "una vera politica sociale vide la luce con il fascismo" e di Angelino Alfano secondo il quale si tratta di "strumentali polemiche portate avanti, quasi con ritmo ossessivo, dalla sinistra si macchiano di qualcosa di più disonorevole poiché utilizzano la memoria per bassi scopi". A fine giornata la correzione di rotta di Berlusconi che chiude la questione. "Non ci può essere alcun equivoco sulla dittatura fascista, lo ribadisco, anche se pensavo che questo dato fosse chiaro per tutta la mia storia politica passata e presente". "Io poi - aggiunge - rivendico di essere amico storico di Israele". Interessante infine la lettura di Bruno Tabacci: "é stato solo un espediente di comunicazione, il più infelice possibile e proprio per questo utile a guadagnarsi un po' di titoli e di attenzione per tentare di innescare un senso di nostalgia nel passato. Che si stava meglio quando c'era Lui: Berlusconi".

    Fonte: Ansa.it
     
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