[Rubrica] Cinema #0 - I film degli Oscar 2017

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    Data l'ormai vicina cerimonia di premiazione degli 89esimi Oscar e data la mia crescente passione per il cinema ho deciso di provare a guidarvi nei film con il maggior numero di nomination agli Oscar di quest'anno, dando vita ad una nuova rubrica, che, se può interessarvi, vedrò di continuare, fatemi sapere!
    Attenzione! Ho cercato di tenere le analisi dei film il più possibile spoiler free, tuttavia potreste trovare qualche leggero spoiler.

    La La Land
    «City of stars, are you shining just for me?»

    Damien Chazelle torna dopo il successo di Whiplash a scrivere e dirigere un film dove la musica guida e sorveglia le vicende dei protagonisti. Stavolta il pianista jazz Sebastian (Ryan Gosling) si innamora dell'aspirante attrice Mia (Emma Stone), portando sul grande schermo una delle storie d'amore più appassionanti e coinvolgenti degli ultimi anni. La La Land si apre con un grande numero musicale esterno alla trama, da qui posso assicurarvi che vi renderete conto della grandezza di questa pellicola. I due protagonisti, che considerata la bassissima presenza di altri attori, possiamo considerare gli unici personaggi della pellicola, si mettono a nudo, adattandosi perfettamente ai loro ruoli mostrando grande talento e creando tra loro un'ottima alchimia. I colori e la fotografia sono tanto semplici quanto piacevoli alla vista: basandosi principalmente sull'utilizzo di colori primari, infatti, Chazelle riesce a costruire delle scenografie meravigliose dove far camminare, cantare e ballare i due protagonisti che si legano allo schermo con dei costumi altrettanto semplici. Ma la forza del coinvolgimento del film, oltre alla colonna sonora che vi ritroverete a possedere nei vostri telefoni, è sicuramente la regia di Chazelle, che riesce, soprattutto nei numeri musicali girati con la tecnica del piano sequenza (una scena particolarmente lunga girata in una sola volta, senza tagli), a muovere la telecamera nel modo più fluido e sinuoso possibile. Infine la sceneggiatura, per quanto semplice, riesce a coinvolgere e a suscitare diverse emozioni, grazie anche a dei dialoghi che nella loro semplice profondità attribuiscono al film un grande realismo. Sicuramente questo è un film che resterà nel cuore di molti per parecchio tempo, ricordandoci di quella volta in cui Chazelle, Gosling e Stone ci hanno fatto sognare, ridere e piangere come poche volte prima.


    Hacksaw Ridge
    «Please, Lord. Help me get one more.»

    Anche stavolta Mel Gibson dirige una pellicola di grandissimo impatto visivo, portando nelle sale un film che ci fa riflettere in maniera letteralmente brutale sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale, attraverso la storia vera del cattolico (Andrew Garfield) andato sul campo di battaglia senza fucile. Anche qui c'è poco da criticare, Hacksaw Ridge è diretto in maniera eccellente da Gibson, e gli aspetti tecnici come montaggio e sonoro contribuiscono, assieme a degli ottimi effetti speciali a dare alla pellicola un realismo impressionante, portandoci su un campo di battaglia terrificante che rimarrà impresso nella memoria di molti per parecchio tempo. Il tutto è reso ancora più memorabile dal protagonista Garfield, che svolge un ottimo lavoro di recitazione, anche se non all'altezza di Affleck o Gosling. Unica pecca potrebbe essere una caratterizzazione forse troppo esagerata per i Giapponesi e perché no, anche alcune scene in cui Gibson, cercando il realismo più assoluto, fa dei lievi errori rendendo alcuni momenti "difficili da considerare realistici".


    Moonlight
    «I'm me man. i ain't trying to be nothing else.»

    Remember Boyhood? This is him now, feel old yet? Per chi si ricorda Boyhood sono già a buon punto dell'analisi di questo film, in quanto Moonlight si ispira ad esso coinvolgendoci emotivamente nei tre capitoli più importanti della vita di un omosessuale di colore in cerca di sé stesso. A differenza di Boyhood però, stavolta tutto è molto più complesso: il tratto psicologico del protagonista non è facilmente decifrabile ed entrare nel suo personaggio per molti può risultare difficile. Partendo da un punto di vista tecnico, il film è davvero ben fatto, i tre attori che intepretano il protagonista Chiron svolgono un lavoro piuttosto complesso ad interpretare un personaggio insicuro e spesso confuso, e anche Mahershal Ali e Naomie Harris svolgono un lavoro fantastico. I colori di Moonlight sono sensazionali, ogni colore contribuisce a dare una diversa emozione alle scene. Da un altro punto di vista più introspettivo, Moonlight è un'esperienza che difficilmente dimenticherete, la sua ricchezza di contenuti vi guiderà in un susseguirsi di dolori e piaceri, di sensazioni che trasudano da ogni conversazione tra Chiron e tutte le persone della sua vita, in dialoghi organici e coinvolgenti. A questo punto credo che non mi resti che buttarmi e dire che questo sarà il vincitore del miglior film agli Oscar di quest'anno.


    Manchester by the Sea
    «I can't beat it. I can't beat it. I'm sorry.»

    Vedere Manchester by the Sea è come avere qualcosa incastrato nello stomaco per due ore, tuttavia sarà una delle esperienze cinematografiche più emotivamente coinvolgenti che potranno capitarvi. Similmente a Moonlight, questa pellicola parla di dolore umano, con un Casey Affleck che per questa intepretazione fa a pezzi ogni sua emozione e si mostra con il cuore spezzato ed irreparabile mentre questo dolore lo porta a rifiutare dei legami affettivi con il nipote (Lucas Hedges). La sceneggiatura non farà altro che addentrarsi sempre più in profondità nel dramma di quest'uomo, ma lo fa in maniera perfetta, senza mai annoiare. Rimarcabile è senza dubbio l'intepretazione di Michelle Williams, che con solo un paio di scene è riuscita a strameritarsi una nomination agli Oscar. In conclusione, Lonergan dirige in maniera impeccabile un film che ci mostra semplicemente come la morte delle persone a noi care può renderci più morti di chi sta effettivamente sepolto sottoterra, come noi vittime in fondo siamo solo dei sopravvissuti che lottano per non venire inghiottiti dal dolore.


    Arrival
    «We're so bound by time.»

    Benvenuti alla rivoluzione dei film di fantascienza. Prima di cominciare, se non avete visto le altre piccole perle di Denis Villenueve (Enemy, Prisoners, Sicario, Incendies), smettete subito di leggere e andate a recuperarle, o magari fate dopo, come volete. Piccola sinossi: nel mondo compaiono dei strani monoliti alieni (Kubrick anyone?), in America viene contattata la linguista Amy Adams per cercare di capirci qualcosa di più. Detto ciò, il film è tecnicamente perfetto, il sonoro è eccezionale in ogni singola scena, la fotografia e la regia riprendono lo stile spettacolare di Villenueve, aggiungendo un tocco di Terrence Mallick che non fa mai male. La trama, sempre nello stile di Villenueve, è molto articolata e il colpo di scena finale vi lascerà sicuramente meravigliati. Inoltre la Adams svolge un lavoro fantastico, oscurando le altre ottime interpretazioni. Se amate i film sci-fi a cui piace mandarvi in mindfuck, Arrival è senza dubbio ciò che fa per voi.


    Io per ora, ho concluso le mia analisi, ho cercato di essere il più chiaro ed esplicativo possibile, ditemi voi quanto possa aver avuto successo!

    Edited by Alecs- - 24/2/2017, 13:53
     
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